Marco, socio e lavoratore della nostra cooperativa sociale Gruppo R nella parte B, denominata REMIX, racconta la sua esperienza lavorativa nel settore aziendale e nel mondo cooperativo, mettendo a confronto questi due mondi apparentemente distanti ma dalle tante potenziali collaborazioni e integrazioni.
” Quando Emanuela e Mariasole mi hanno chiesto di raccontare qualcosa riguardo alla mia esperienza in Cooperativa, al momento, non avevo realizzato che per farlo avrei dovuto riavvolgere il nastro della vita fino al … secolo scorso. Infatti era Aprile del 1984 quando sono entrato per la prima volta nel piccolo laboratorio di quello che poi sarebbe diventato Gruppo Polis e che allora andava sotto il nome di “Associazione Vita Nova”. Vi ero arrivato come obiettore di coscienza, in forza alle Cucine Popolari e all’Opera della Provvidenza di Sarmeola, mandato poi a dare una mano agli ospiti della casa famiglia che c’era in quel di Mejaniga. In quel contesto ho vissuto le mie prime esperienze lavorative ed ho avuto anche i primi “maestri”. La formazione di quel periodo è stata fondamentale e mi è stata sicuramente utile in ogni successiva fase del percorso professionale, sia all’interno che all’esterno della cooperazione. Aver mosso i primi passi nel mondo del lavoro, istruito e allenato a sentirlo e a viverlo come una scelta responsabile e non come un semplice dovere nei confronti di sé stessi e della società, è stata una fortuna impagabile.
Sfide economiche e ideali sociali
Nel 1986 questa esperienza si è conclusa e, tranne una parentesi in cui sono rientrato come educatore nella realtà che, nel frattempo era cresciuta ed era diventata la cooperativa Polis Nova, (periodo nel quale ho fatto anche in tempo ad essere tra i pionieri della neonata cooperativa PNL), ho lavorato per trent’anni “nel mondo”, all’inizio come lavoratore autonomo ed in seguito come responsabile di logistica e produzione. Anche questo è stato un periodo formativo notevole, sia per quanta esperienza sul campo mi è stata data l’opportunità di fare, sia per le molteplici sfide che i diversi ruoli mi hanno portato ad affrontare. La più impegnativa è stato imparare prima e insegnare poi, a coniugare le necessità economiche delle aziende per cui lavoravo con aspetti più strettamente sociali, frutto degli ideali e delle esperienze giovanili. Non è stato facile, tante battaglie sono state perse, ma guardando quel periodo a distanza di qualche anno ho la consapevolezza che il bilancio è in ogni caso positivo. Probabilmente il risultato più bello che porto a casa di questo confronto tra mercato e terzo settore è l’aver sperimentato che, al netto delle motivazioni che stanno alla base dei due mondi, un confronto e una collaborazione sono possibili e auspicabili.
Percorso innovazione: rafforzare la nostra identità nel dialogo con l’esterno
In quest’ultimo anno è stato fatto un significativo sforzo economico e di organizzazione (idee spesso associate solo a grandi e importanti realtà industriali) nella parte di cooperativa di tipo B, in cui sono attualmente inserito. La Cooperativa, con REMIX, ha infatti deciso di iniziare un percorso di innovazione nei processi produttivi e negli strumenti ad esso legati che, lungi dall’essere terminato, ci ha però introdotto in una prospettiva di miglioramento e sviluppo continui. Processi che avranno sicuramente sbocchi positivi anche se non nell’immediato. Imparare e saper reggere il confronto con realtà industriali del territorio è uno stimolo continuo a non sentirsi mai arrivati e, al contrario, essere sempre curiosi e propositivi verso la realtà che ci circonda. In più, poterlo fare senza snaturare la propria identità, senza alterare il proprio DNA che è fatto di attenzione agli ultimi, a chi è in difficoltà, a chi il mondo produttivo ha scaricato anzitempo come risorsa inutile, ecco, questa è la sfida più grande ma anche il senso più profondo del nostro agire quotidiano. In questo senso non vedo differenze tra le varie anime della Cooperativa, sia che appartengano all’area A che alla B perché entrambe concorrono, o vorrebbero concorrere per creare una società più equa e giusta.
Aver fatto parte di questi due mondi apparentemente inconciliabili tra loro, ma avendo cercato nel mio piccolo di favorire tra i due un processo di osmosi, mi fa dire che a tutti farebbe bene avere la possibilità di confrontarsi con realtà così apparentemente distanti e forse, proprio in virtù di questo scambio, le distanze si ridurrebbero drasticamente.
Ora che sono rientrato in Cooperativa per quest’ultimo (spero) scorcio lavorativo, mi auguro di poter mettere a disposizione l’esperienza accumulata in tutti questi anni e di poter dare un contributo, anche se piccolo, per una sua crescita sempre più solida.
Marco, socio e lavoratore nell’area produzione REMIX