Approcciamo il rispetto!

In questo 2020-2021, tra chiusure e distanze sociali, alcune di noi, professioniste dell’area di contrasto alla violenza di genere della nostra Cooperativa, sono riuscite ad entrare nelle scuole e ad incontrare alcuni ragazzi e ragazze delle scuole secondarie di primo grado per esplorare le differenze di genere e parlare di rispetto, mettendo in evidenza i tanti stereotipi e le tante contraddizioni che abitano la nostra quotidianità e quella delle giovani generazioni.

Anna, Giorgia, Margherita e Mariasole, tra il 2020 e il 2021, hanno avuto la fortuna di incontrare, di persona, facendo slalom tra lockdown e zone rosse più di 150 studenti e studentesse di seconda e terza media che hanno partecipato a un ciclo di incontri per riflettere sul concetto di genere, di stereotipo, per approfondire il mondo della comunicazione e i tanti messaggi ai quali siamo continuamente esposti, tramite giornali, pubblicità, testi delle canzoni e video musicali, che innescano aspettative, costruzioni sociali e idee rigide sul genere maschile e il genere femminile.

Prendere consapevolezza degli stereotipi

È stato estremamente arricchente e motivante incontrare questi/e giovani, che hanno partecipato in modo curioso e critico agli incontri, dimostrando coinvolgimento e motivazione rispetto agli argomenti proposti.

Tante le domande e le riflessioni, molte le costruzioni di genere che fanno parte della nostra quotidianità senza che ce ne si renda conto.  Interessante la “sorpresa” di alcuni di loro nel prendere consapevolezza degli stereotipi di genere a cui siamo esposti fin dall’infanzia.

Alcune delle loro domande e riflessioni sono state: “Perchè il blu è associato ai maschi, e le femmine al rosa?” oppure “A me da piccolo hanno regalato una scatola di macchinine, a mia sorella una Barbie. Quando mio cugino ha chiesto a mia zia una bambola lei ha risposto che non era un gioco da maschi”. “Non mi ero mai accorto che nei cartoni per bambini e nelle pubblicità dei giocattoli ci fossero così tanti stereotipi.”

Il potere del linguaggio delle immagini e della musica

Molto interessante è stato parlare con i ragazzi e le ragazze di pubblicità, immagini, testi delle canzoni. Dai questionari che abbiamo somministrato l’attività che ha colpito maggiormente è stata proprio quella che li ha messi a confronto con una delle loro passioni: la musica e le canzoni del momento.

Ci ha colpito come molti e molte di loro provassero vergogna nel leggere alcune frasi di testi scelti da loro stessi e comunemente ascoltati e apprezzati. La volgarità, i messaggi prevaricanti nei confronti del genere femminile e gli stereotipi che emergevano lasciavano “scioccati” i ragazzi stessi. Questo ha dato il via a preziose riflessioni sulla consapevolezza nell’utilizzo del linguaggio come strumento per veicolare o meno una visione stereotipata dei generi e ha calato questi temi, spesso considerati distanti, nella loro vita ed esperienza. Diverse le affermazioni di “stupore” nel riconoscere così tanti stereotipi così vicini a loro.

“Al giorno d’ oggi è impensabile che ci siano ancora questi stereotipi e pregiudizi”.
“Nella nostra vita sono presenti molti stereotipi nel linguaggio comune”.
“Mi sono accorto solo ora di quanti stereotipi ci sono al giorno d’oggi.”

Questi incontri hanno permesso di soffermarsi, di ragionare insieme, di chiacchierare su temi profondi e di aprire dei dibattiti che hanno anche lasciato delle domande aperte.

Il prezioso ruolo degli insegnanti

Un’insegnante di una classe ci ha inviato alcune domande e riflessioni che ha raccolto dopo il nostro laboratorio:

“Come mai nel 2021 esistono ancora questi stereotipi? Come risolvere tutto questo? Perchè ci sono questi stereotipi? Per quanto altro tempo sentiremo parlare di stereotipi e ci sentiremo attaccate da queste critiche? La nostra società riuscirà a raggiungere la parità completa?”

Il contributo delle e degli insegnanti è stato davvero prezioso in questi laboratori. Abbiamo notato come spesso alla classe fertile e reattiva corrispondessero insegnati coinvolti, interessati, alle volte anche preoccupati, rispetto a questi temi, spesso anche da loro stessi già affrontati anche se, come da loro spesso riportato, velocemente o attraverso lo studio della storia del nostro paese quindi con uno sguardo più lontano.

Un’insegnante ci scrive: “Ci tenevo a ringraziarvi ancora per il progetto che avete svolto nelle nostre classi! Ieri finalmente abbiamo dedicato altre due ore a discutere di stereotipi, a guardare video su stereotipi invertiti, ad allargare lo sguardo a stereotipi legati al colore della pelle etc… Insomma abbiamo discusso con passione su temi accesi da voi! Ho letto le loro recensioni sul progetto che gli ho fatto scrivere e la domanda che è prevalsa di più è stata “Dove nascono gli stereotipi?”. E qui ci sarebbe un enorme lavoro (…)

Una piccola luce per un nuovo stile di vita

L’organizzazione per poter realizzare questi laboratori è stata complessa (soprattutto in un periodo particolare come quello che stiamo vivendo per la pandemia da Covid-19) e ci ha messo a dura prova, ma la carica che l’incontro con questi studenti e studentesse ci ha trasmetto è inspiegabile. Accendere anche solo una piccola luce di conoscenza e consapevolezza nei ragazzi, rispetto a tutto ciò che li travolge nel quotidiano, sviluppare senso critico in ciò che vedono, sentono e offrire loro strumenti per fermarsi, riflettere, pensare.

Questi gli obiettivi che ci siamo date e che speriamo davvero di aver lasciato perché “approcciare il rispetto” diventi davvero uno stile di vita.

Anna, Giorgia, Margherita e Mariasole, area contrasto alla violenza di genere

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