Novembre 2023
In questo momento come equipe dell’Area Contrasto alla Violenza di Genere abbiamo voglia di raccontarvi come abbiamo scelto di esserci in questo mese di Novembre 2023 che ogni anno ci offre la possibilità di rappresentare e dar voce ad un lavoro che la nostra Cooperativa svolge da più di 10 anni e che coinvolge le nostre professioniste e i nostri professionisti ogni giorno.
Come condivide la collega Laura Celso, psicologa presso il nostro Centro Antiviolenza Civico Donna, “questo 25 novembre è stato ancora più forte degli anni precedenti. C’era il peso della morte di una giovanissima donna, assassinata a pochi chilometri dalle nostre case. Le iniziative a cui siamo state presenti sono state sicuramente più partecipate, un bel segnale. Forse qualcosa si sta muovendo sotto il terreno dell’apparente normalità. Forse ci si sta rendendo conto di quanta consapevolezza ci sia bisogno per contrastare il fenomeno della violenza, che coinvolge tutti e tutte. È stato strano però, mi sono sentita meno coinvolta in queste manifestazioni, apprezzando di più il lavoro che tutte e tutti noi facciamo tutto il resto dell’anno, quando le luci si spengono e restiamo con le donne, i minori e il lavoro nei nostri servizi, dove giorno per giorno cerchiamo di costruire, seminare, diffondere.”
Un mese intenso emotivamente per noi operatrici tra eventi pubblici, il lavoro quotidiano, le nostre emozioni e il nostre essere donne.
Abbiamo partecipato a eventi di sensibilizzazione organizzati da amministrazioni locali come quella organizzata dal Comune di Tribano, dove per noi c’era Margherita Libralon, operatrice nelle Case rifugio, con una psicologa forense specializzata sul tema.
“E’ stata una serata che ha visto la presenza di 400 persone e questo ha generato in me non poca emozione! Il senso di partecipare a questi eventi per me è stato quello di riuscire a dare voce a più donne possibile, scardinare alcune convinzioni che aleggiano attorno al tema cercando di raccontare cosa vivono quotidianamente le donne che sono all’interno di queste relazioni prima e nelle nostre case poi, e quali le strade possibili. Incontrare le comunità, potersi confrontare e rispondere alle domande ci permette di veicolare contenuti, di creare consapevolezza.”
Abbiamo messo in scena anche due spettacoli teatrali, “L’amore violento” con il Comune di Cadoneghe e “Roserosseperte” con il Comune di Montegrotto.
Fabiana Micheluzzi, psicoterapeuta del nostro Centro Uomini Autori di Violenza, ci racconta: “La sala messa a disposizione dal Grand Hotel Terme & Spa di Montegrotto era molto “calda”, a poco a poco si è riempita, persone di tutte le età e anche diversi uomini, ragazzi. Durante la rappresentazione mi sono ritrovata a guardare i volti delle persone, volti silenziosi ma presenti, volti su cui si percepivano emozioni; ho condotto un dibattito dove ho potuto rispondere a domande sugli uomini che agiscono violenza e sul lavoro con loro, sottolineando l’importanza della prevenzione e della “responsabilità” che ognuno di noi ha nel fare qualcosa per cambiare la cultura su cui affonda le radici il tema della violenza.”
Incontrare persone, raccogliere domande e riflessioni, suscitare altre domande: questo è centrale per il nostro lavoro per promuovere un cambiamento che vediamo necessario. Ma coinvolgere tantissimi ragazzi e ragazze è stato davvero un grande obiettivo e un’enorme ricchezza che abbiamo vissuto questo anno.
Abbiamo proposto uno spettacolo teatrale riempiendo un Auditorium a Chioggia, con 7 classi e più di 150 studenti e studentesse che ci hanno fatto tante domande sui servizi a cui si può rivolgere una donna ma anche un uomo per farsi aiutare; sulle relazioni affettive tra giovani, sui rischi e le forme di violenza, e su Filippo e Giulia, sui motivi per cui questa storia ha impattato così tanto sulle persone e cosa deve restare dopo questi tragici eventi.
Anche la mostra di sensibilizzazione “Forme e Spazi contro la violenza” esposta presso Palazzo Moroni di Padova, è stata occasione di incontro con altre 7 classi del Liceo Artistico Modigliani per rendere protagonisti i giovani, le loro voci, le loro emozioni sul tema della violenza attraverso l’arte.
Giulia Piovan, psicologa che si occupa anche di entrare nelle scuole con i nostri laboratori sulle differenze di genere racconta questo mese e l’incontro con tutt3 quest3 giovani come la possibilità di dare spazio e voce, amplificando e diffondendo le storie e i vissuti di chi rimane invisibile e di chi viene discriminat3. “Gli eventi e l’incontro con i giovani mi hanno fornito l’occasione per sfidare l’ovvio e mettere in discussione ciò che consideriamo normale nella nostra società, perché la violenza di genere non è solo ciò che è visibile con segni e referti, ma comprende ogni singolo atto che pretende di controllarci e di limitare la nostra libertà di persone in quanto appartenenti ad un genere considerato inferiore o debole. Mi hanno ricordato l’importanza di tenere accesa la fiamma della speranza, perché solo i piccoli gesti quotidiani che ciascun3 di noi può mettere in atto nel nostro piccolo possono – come scintille – portare ad un movimento culturale ed ad un cambiamento strutturale più grande e coeso. Per una società che dia pari opportunità e pari diritti a tutte le persone. Solo così possiamo essere rivoluzione, insieme.”