NAVIGARE … FUORI PORTA!

Riccardo e Angela dell’Equipe N.A.V.I.G.A.Re (Network Antitratta Veneto Intersezioni Governance Azioni Regionali) ci raccontano di una giornata particolare trascorsa a Verona con le persone accolte presso i nostri appartamenti.

Che aggiungere…buona lettura!!

Nell’ambito del progetto regionale N.A.V.I.G.A.Re per l’emersione e l’assistenza delle vittime di tratta e/o grave sfruttamento (a cui come Gruppo R partecipiamo da più di 15 anni), lo scorso giugno abbiamo accolto nelle nostre case 7 ragazzi indiani provenienti da una situazione di gravissimo sfruttamento lavorativo.


Come spesso accade in questi casi, i ragazzi sono arrivati da noi con il solo passaporto indiano, irregolari sul territorio italiano e con pochissimi beni personali. Ad eccezione di un solo ragazzo, nessuno di loro parlava italiano e la maggior parte conosceva solo la propria lingua madre.
Per queste persone il progetto prevede l’accoglienza in strutture protette, il supporto legale e psicologico e l’accompagnamento socio-educativo finalizzato al reinserimento sociale e lavorativo. Nell’ambito di questo progetto, Gruppo R si occupa specificatamente dell’accoglienza e delle attività legate all’inclusione sociale e lavorativa.

Quando questi 7 ragazzi sono arrivati da noi ci siamo trovati di fronte ad alcuni fattori di contesto che hanno reso più complesso lavorare per il loro percorso di inclusione: non avevano ancora il Permesso di Soggiorno (ci vuole un iter di vari mesi dal momento dell’emersione) per cui era da escludersi qualsiasi attività di volontariato, tirocinio e lavorativa, e ci trovavamo nel pieno dell’estate, periodo in cui quasi tutte le realtà che offrono corsi per l’apprendimento
della lingua italiana e attività socializzanti si prendono una pausa. Si prospettava, così, un difficile periodo di attesa, fatto di giornate vuote, in cui a farla da padrone sarebbero state la noia e le preoccupazioni.

Volevamo fare qualcosa, almeno per alleviare un po’ la frustrazione e dare comunque un senso a questo periodo. Ci siamo così “inventati” un piccolo corso di alfabetizzazione dove, come operatori, ci siamo messi in gioco per dare ai ragazzi una primissima infarinatura linguista. Abbiamo inoltre deciso di organizzare qualche giornata “speciale” che rompesse la monotonia e permettesse ai ragazzi di vivere momenti piacevoli. Un giorno siamo stati per il centro storico di Padova; un’altra mattina siamo andati in visita ai Musei Civici Eremitani; e poi, un pomeriggio, siamo stati in gita a Verona.

Ed è soprattutto di questa giornata che vogliamo raccontarvi qualcosa, perché nella sua semplicità, ci ha dato tanto, emozionandoci e ricaricandoci di motivazione, gratificazione e significato profondo che nel nostro lavoro quotidiano sono tanto importanti.
L’idea era quella di fare una gita di mezza giornata per passare del tempo di qualità insieme e dare ai ragazzi la possibilità di svagarsi un po’. Abbiamo deciso di coinvolgere direttamente i ragazzi nella scelta e subito alcuni di loro ci hanno proposto di andare a Verona. Con nostra estrema curiosità, volevano vedere il balcone di Romeo e Giulietta ma, soprattutto, incontrare alcuni loro amici, ragazzi che come loro sono ospiti di accoglienze del Progetto N.A.V.I.G.A.Re e con cui hanno condiviso tutta l’odissea dell’arrivo in Italia e della situazione di sfruttamento lavorativo.
E così, con il pulmino della Cooperativa carico di cibo e bevande, siamo partiti per un pomeriggio alla scoperta di Verona e di un picnic serale in uno degli spazi verdi della città.

Appena siamo arrivati abbiamo avuto la conferma che non avremmo potuto fare scelta migliore.
L’incontro tra i “nostri” ragazzi e i loro amici è stato emozionante. Erano tutti visibilmente contenti, si sono salutati, abbracciati ed è subito stato chiaro che stare insieme un po’ di ore era l’unica cosa che davvero contava. Abbiamo, sì, visitato l’Arena, il balcone di Romeo e Giulietta e fatto le varie foto di rito ma la maggior parte del tempo lo abbiamo passato seduti a un crocicchio di vie insignificanti immersi in chiacchiere, risate e complicità.
Verso sera poi ci siamo trasferiti in un parco cittadino e abbiamo consumato insieme la nostra “cena al sacco”, ricca di pietanze preparate per l’occasione dai “nostri” ragazzi. Sempre in un clima di semplicità e serenità.
Già la sera stessa, rientrati a casa, i ragazzi ci hanno inviato varie foto e molti messaggi di riconoscenza. Uno in particolare ci ha molto colpito. Diceva:

“GRAZIE MILLE SIGNORE, SIAMO MOLTO LIETI DI VENIRE CON VOI. TU E LA SIGNORA CI AVETE PORTATO FUORI COME SE FOSSERO VOSTRI FIGLI. CI SIAMO SENTITI VERAMENTE I BENVENUTI. RICORDEREMO PER SEMPRE QUESTA VOLTA, GRAZIE SIGNORE”.

Questa nostra prima gita si è conclusa con l’idea di riproporre situazioni di questo tipo anche in altri servizi e altre accoglienze. Perché una cosa che ci sembrava “piccola” si è dimostrata molto importante per i ragazzi ma anche e, forse, soprattutto, per noi operatori. E’ stata una delle dimostrazioni che nel nostro
incredibile lavoro spesso riceviamo più di quanto diamo.

Riccardo – referente progetto N.A.V.I.G.A.Re, “SIGNORE”, Angela – educatrice nel progetto, “SIGNORA” e tutta l’equipe del progetto.

PS: a Verona abbiamo fatto parecchie foto per mantenere vivo il ricordo di questa giornata, ma per questioni di protezione delle persone accolte non possiamo condividerle.

Un commento su “NAVIGARE … FUORI PORTA!”

  1. Buongiorno a tutti, da ex insegnante dico che lavorare con i ragazzi è faticoso ma lo rifarei subito per le gratificazioni avute. A maggior ragione vi capisco. Per i ragazzi sono esperienze indelebili. Per tutta l’equipe, faticoso e di grande responsabilità ma gratificante. Grazie

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