I Centri di Accoglienza Straordinaria (i cosidetti CAS) che accolgono le persone ucraine scappate dal conflitto sono unità abitative che ospitano da uno a più nuclei familiari e che, per quanto riguarda il sistema di accoglienze in gestione a Gruppo R, si trovano nella zona che va da Ponte san Nicolò fino a Campagnola di Brugine. Le persone che la nostra Cooperativa accoglie sono circa una trentina (per lo più donne e bambini). Riccardo, Guendalina ed io (Daniela) siamo gli operatori che si occupano di loro, per le questioni pratiche del quotidiano, ma anche, davanti a un tè, caffè o dolcetto, per delle chiacchierate sulle loro vite, prima della guerra in Ucraina.
Non saranno 2 gocce d’acqua a fermarci
Ogni ultimo giorno del mese, io e Guendalina andiamo a comprare per loro sia prodotti per la casa sia per la cura personale e ogni volta sappiamo che l’Ulysse, dopo la divisione della spesa in scatole e scatoloni, sarà pieno (Ulysse è una macchina di 8 posti, con un bagagliaio piuttosto capiente). Negli ultimi 3 mesi, io e Guendalina ci siamo ritrovate a fare la spesa in giornate di pioggia e anche questo mese sembra confermare il trend del periodo. Ma finora, nulla che non potesse essere risolto con un ombrello e qualche goccia d’acqua sulle giacche. Il 30 maggio, mentre riempivamo i carrelli, ogni tanto guardavamo fuori e notavamo come il cielo diventasse sempre più scuro e nuvoloso ma ormai ci siamo abituate, pensavamo: “non saranno 2 gocce d’acqua a fermarci“. Con questa buona dose di ottimismo, abbiamo pagato in cassa e siamo andate verso la macchina con due carrelli stracolmi di spesa e, altra ancora, portata a mano perché nei carrelli ormai non ci stava più niente. Apriamo il portabagagli dell’Ulysse, prendiamo le liste per la divisione della spesa e un paio di goccioline iniziano a scendere sui fogli di carta. Dieci secondi, ed ecco il temporale. All’improvviso tuoni, fulmini, lampi, vento e diluvio.
Io e Guendalina proviamo ad accelerare con la divisione ma la pioggia bagna i fogli, che si rompono: non capiamo più a chi va cosa. Gli scatoloni che ci servono per portare la spesa nelle case si impregnano d’acqua e si spaccano, non riuscendo a contenere più nulla. I sedili dell’Ulysse si bagnano copiosamente.
Guardiamo i carrelli e sono ancora pieni. Le confezioni di dentifrici, carta forno, saponi, ecc sono fradicie. Le prendiamo e le buttiamo in macchina a caso. Lasciamo fuori solo i detersivi e tutto ciò che non assorbe acqua e ci mettiamo in un angolo del marciapiede con i carrelli. Abbiamo bisogno di ripararci perché anche noi, come le scatole dei dentifrici, siamo grondanti d’acqua. Convinte che migliorino la situazione, prendiamo gli ombrelli e ci mettiamo sotto la pensilina del negozio, che però è stata costruita con delle assi poste una accanto all’altra, ma non attaccate, quindi l’acqua ci passa attraverso.
Io e Guendalina, in preda allo sconforto, iniziamo a ridere e ci rendiamo conto di avere le gocce che cadono dai capelli, le maglie pesanti, tanta è l’acqua che hanno assorbito, i pantaloni anche e le scarpe lasciamo perdere… Dopo un po’ abbiamo deciso di buttare in macchina tutto il resto perché non smetteva di piovere e siamo salite anche noi.
La prima cosa che abbiamo fatto è stata proprio togliere le scarpe. Erano talmente bagnate che dentro ci scivolavi. Si è fatto tardi perciò decidiamo di andare a portare la spesa nelle case perché dopotutto, è quello che dobbiamo fare.
L’aiuto genera aiuto
Arriviamo nella prima casa e tutti scendono per aiutarci a portare su la spesa. Saliamo su con loro e ci scusiamo perché la loro spesa è bagnata. Come risposta, ci fanno andare in bagno e ci portano scarpe e vestiti puliti. Ci fanno cambiare perché altrimenti rischiamo di ammalarci. D’un tratto, io e Guendalina siamo vestite da teenager, da teenager asciutte! Ovviamente ringraziamo tantissimo e ci mettiamo anche a ridere tantissimo, tutti. Salutiamo e proseguiamo con la consegna della spesa nelle case. Ormai ha smesso di piovere.
Con Guendalina ci siamo prese un momento: quanto è vero che l’aiuto genera aiuto. Noi, come Gruppo R, abbiamo accolto una trentina di persone ucraine che, a causa della guerra, hanno dovuto abbandonare la loro terra, per arrivare in un paese per loro straniero, abituandosi nel tempo anche e purtroppo alle limitazioni che questa situazione comporta. La maggior parte di loro ha risposto a questi cambiamenti con grande resilienza e gratitudine.
Gratitudine che non è mai scontata e che viene manifestata a noi operatrici e operatori, anche nelle piccole cose. Per me e Guendalina, quella mattina, non era scontato che una persona andasse a cercare nel suo armadio scarpe e vestiti della nostra taglia e ce li prestasse per non farci ammalare. Una persona che in questo momento ha perso tanto, tutto e condivide quello che ha, con generosità e umiltà è un grande insegnamento.
Dopo questo, non c’è altro da aggiungere, se non un sorriso.”
Daniela e Guendalina – CAS Ucraina