Come in più occasioni già raccontato, i nostri servizi sono così ricchi e sempre in continua evoluzione grazie alla preziosa presenza di molti volontari. Essere volontario è una scelta: ma le ragioni che hanno spinto i nostri volontari a diventare pezzetti del nostro puzzle sono le più svariate.
Luci che si accendono, che si riaccendono e accendono altre luci. Queste le storie che vogliamo raccontare. Per questo oggi vi raccontiamo questa “luce” e ringraziamo G. per aver voluto condividere con noi la sua storia e la sua scelta.
“Ho conosciuto il Centro Diurno “La Bussola” circa otto anni fa.
Arrivato ormai ai sessant’anni, a qualche anno dalla pensione, mi sono trovato senza lavoro, con diverse difficoltà e per questo motivo ho dovuto rivolgermi ai servizi sociali del mio comune. L’assistente sociale mi ha così proposto di iniziare un’esperienza lavorativa presso il Laboratorio Occupazionale Protetto di Vigodarzere. Mi ricordo di aver accettato immediatamente: mi resi subito conto che per me era una grande opportunità poter concludere la mia esperienza lavorativa e finalmente andare in pensione.
Durante la mia permanenza nella struttura mi è stato chiesto se ero disponibile anche ad andare in macchina a raccogliere i pasti nelle scuole e a consegnarli alla Bussola. Per il Centro Diurno è un’attività fondamentale: la raccolta dei pasti permette di garantire un pasto a chi non ce l’ha, recuperando il cibo nelle scuole dei dintorni. All’inizio mi avevano detto che avrei dovuto farlo solo per quindici giorni, poi invece, forse perché hanno visto che me la cavavo bene ho continuato per un bel po’ di tempo. È stata una bella esperienza, c’è voluto un certo impegno e molta costanza per portare avanti questa attività quotidianamente, ma io mi sono dato da fare. Più o meno nello stesso periodo, la cooperativa mi ha offerto la possibilità di partecipare ad un corso di computer che si teneva sempre alla Bussola: eravamo in quattro-cinque persone all’inizio, poi pian piano se ne sono aggiunte altre. Ho imparato un bel po’ di cose: ci hanno insegnato a fare i curriculum oppure ci aiutavano ad affrontare i colloqui di lavoro con delle simulazioni. Come si può capire ero inserito a lavorare al LOP, ma ho avuto la possibilità di conoscere anche altre strutture del gruppo.
E per questo una volta, conclusa la mia esperienza al Gruppo R, ho iniziato a ricevere la pensione, ma ogni tanto andavo a far visita in laboratorio, a vedere come procedevano le cose e a salutare gli operatori. Proprio in una di queste occasioni mi è stato proposto di diventare volontario alla Bussola, vista l’imminente apertura di un piccolo laboratorio di assemblaggio all’interno del centro diurno. Così da quel momento per due giorni a settimana mi sono preso questo impegno.
Fare il volontario è una cosa che sento dentro di me, non c’è un “perché”, una particolare ragione che mi spinge in questa direzione, ma penso faccia parte anche della mia personalità. Essendo stato aiutato e avendo avuto delle difficoltà so bene come ci si sente e per questo motivo ho voluto dedicare un po’ del mio tempo agli altri.
Gli utenti mi hanno accolto subito bene: all’inizio ci siamo presentati e la prima cosa che ho detto loro è che la mia presenza lì non era per controllare se lavorassero bene o male, ma piuttosto per dare loro un aiuto e passare un po’ di tempo insieme. Ancora oggi le ore che trascorriamo in compagnia sono davvero serene, perché oltre ad andare avanti con il lavoro, chiacchieriamo, ridiamo e ogni tanto ci raccontiamo qualche barzelletta. La presenza degli utenti in laboratorio è altalenante, ci sono periodi in cui frequentano tante persone, altri un po’meno.
Mi auguro che in futuro si offrano volontari anche i ragazzi giovani, “una ventata d’aria fresca fa sempre bene”.
Tanta gente non lo sa, o forse non lo pensa, ma in qualunque posto si vada ti arricchisci quando hai la possibilità di avere un contatto umano.”