C’è una parte un pò nascosta del nostro lavoro nel Laboratorio Occupazionale, una parte a volte difficile da far conoscere e spiegare all’esterno, una parte a volte molto complessa e faticosa ma centrale rispetto agli obiettivi che il nostro servizio si pone: la costruzione di inserimenti lavorativi nel mercato libero.
Tante le ore di ricerca e di telefonate, tante le porte chiuse perchè non si conosce il nostro lavoro o la nostra realtà, tante le paure dall’esterno nell’intraprendere collaborazioni con servizi che offrono opportunità a persone fragili. E’ difficile spesso spiegare a coloro che offrono lavoro nel mercato libero che un “tirocinio” può essere anche per loro un’opportunità, dove non ci sono vincoli; far capire che noi ci siamo per accompagnare queste persone e che abbiamo avuto modo di conoscerli, che il progetto continua e che collaborazione e monitoraggio sono per il nostro lavoro all’ordine del giorno.
Difficile si..ma non impossibile. Per questo motivo vogliamo oggi raccontarvi, con gli occhi e il cuore di un operatore, una di quelle volte in cui sono più le soddisfazioni che le criticità, dove abbiamo cucito relazioni, costruito nuove reti e percorso nuove strade…insieme!
“Voglio raccontarvi una parte del nostro lavoro, del mio lavoro, spesso faticoso e non certo lineare, ma altrettanto dinamico e appagante; voglio raccontarvi l’esperienza di un inserimento lavorativo dal mio punto di vista, dal punto di vista di un operatore, di chi propone questa esperienza a persone fragili e poi le supporta, di chi prova a far capire che è arrivato il momento di provarci e che c’è un’occasione da cogliere.
In poche righe voglio riattraversare il percorso di Cristian, al quale dopo quasi 8 mesi all’interno del Laboratorio è stata fatta la proposta di un inserimento come tirocinante c/o un allevamento di asini. E’ stata una scelta ragionata e condivisa da tutta la nostra équipe, pensando alle esperienze pregresse di Cristian, alle sue competenze e al desiderio da lui espresso di poter svolgere attività all’aperto a contatto con gli animali. Cristian ha però avuto sin da subito molti dubbi: persone nuove, contesto nuovo, mansioni mai fatte… trovando quindi mille resistenze per dirsi e dirci che forse non era il caso! Avevamo avuto modo di conoscerlo per un po’ di mesi e ci era ormai chiaro che Cristian aveva bisogno oramai solo di sentirsi incoraggiare, di sentirsi dire che era all’altezza, che ce l’avrebbe fatta. Il suo percorso in laboratorio era stato positivo, Cristian aveva saputo fidarsi di noi operatori, creando un rapporto sincero e diretto. Molti i colloqui con Cristian, io parlavo e lui che ogni tanto diceva due parole con molta fatica. Ogni volta mi chiedevo: “Sto facendo la cosa giusta? Si sentirà obbligato? E se poi l’esperienza non va bene? L’ennesima caduta per lui?”. Sentivo però che da parte di tutti noi operatori c’era gran fiducia in lui e questo mi dava la forza per continuare a insistere per fargli vedere tutti i suoi lati belli, tutti i suoi pregi, tutti i suoi successi. Quanta fatica…ma che soddisfazione!
Così siamo partiti e, a distanza di 4 mesi, possiamo dire che sta andando veramente bene. Ci sono stati momenti difficili, soprattutto la paura di Cristian del dopo, di quello che ne sarà di lui quando termineranno le 500 ore stabilite, la paura di un futuro senza certezze. Abbiamo però potuto incontrare persone importanti per questa esperienza, Massimo e Sabrina, responsabili di Terra degli asini. La loro comprensione e la continua collaborazione con noi sono stati e sono tuttora il valore aggiunto che permette al tirocinio di Cristian di continuare a gonfie vele.
Non è facile trovarsi in sintonia con l’azienda che ospita il tirocinante, parlare la stessa lingua, supportare insieme la persona nei momenti critici. A volte, fra chi propone il tirocinante e chi lo accoglie, si viaggia su binari diversi, mettendo in confusione le persone, che viceversa hanno bisogno di punti di riferimento e di un’esperienza formativa positiva che li rafforzi. La qualità delle relazioni che si instaurano è di fondamentale importanza, tra tirocinante e azienda ma anche tra referenti e operatori. L’esperienza di Cristian terminerà a settembre, ci si è già attivati però perché ci sia una proroga di altre 500 ore.
Un lavoro continuo, costante, di supporto e di rete. Una rete che intreccia l’umiltà di Cristian nel farsi prendere per mano in un momento difficile e delicato (e di questi momenti ne capitano a tutti) nel quale non si è in grado per qualche motivo di camminare da soli; la capacità e attenzione di Massimo e Sabrina di accogliere Cristian come persona prima che come lavoratore e la cura che ci mettono nei rapporti interpersonali; la voglia e l’entusiasmo da parte di tutti di mettersi in gioco, di aprirsi all’altro, di sapersi confrontare.”