Un’esperienza che dura un anno, che mi ha accompagnato nella mia crescita personale e professionale e mi ha permesso di incontrare tanti volti, mettermi in relazione con tante persone e conoscere tante storie. Storie che inevitabilmente si intrecciano con la tua e che entrano nel cuore lasciando sempre qualcosa di profondo.
E’ questo quello che mi è successo durante il mio progetto di Servizio Civile con Gruppo R e che mi ha permesso di incontrare e conoscere C. una donna che ancora oggi è ospite in Casa Viola e che ha iniziato con me questo percorso. Ho iniziato infatti nel Maggio 2015 e solo dopo pochi giorni abbiamo conosciuto e accolto C., una donna scappata dalla sua famiglia a causa di un marito troppo violento e costretta a lasciare lì con lui il suo bambino. Quando l’ho conosciuta erano ben sei mesi che non poteva vedere suo figlio e ricordo il suo volto segnato dalla sofferenza e dalla preoccupazione. Quale immenso dolore può provare una mamma che per tutelare la propria vita deve scegliere di rinunciare al suo bambino? C. in realtà non l’ha mai fatto e ha sempre cercato ogni mezzo per unirsi a lui e non è stato facile…ma dopo poco possibile. Ecco infatti che la nostra Casa e la mia esperienza si è arricchita ulteriormente con l’arrivo di E., 9 anni e tanta energia che all’inizio non sapeva controllare e che ha impegnato molto la mamma e anche noi che la supportavamo per riuscire a rientrare in relazione con il suo bambino e riprendere un rapporto forzatamente interrotto. C., appena arrivata, era riuscita a trovare un lavoro e una strada possibile per sganciarsi pian piano dalla struttura ma le cose poi sono necessariamente cambiate. Il ritorno di E. ma modificato alcune priorità e subito C. si è dimostrata una mamma attenta, dove al centro c’era il suo bambino da crescere e di cui prendersi cura, ma sola. Questo ha più volte limitato la sua possibilità di trovare lavoro perché i suoi impegni di mamma “sola” non potevano coesistere con un nuovo lavoro. Il mio ruolo di volontaria mi ha permesso di vedere più da vicino questo desiderio di trovare un nuovo lavoro ma anche la difficoltà nel come farlo. La stesura del Cv, la ricerca lavoro, il mondo delle agenzie sono momenti e situazioni in cui ho toccato con mano le difficoltà e le perplessità di C. e ho percepito anche come la cosa in cui sentiva maggiormente di investire era recuperare il rapporto con E. che per tanto tempo aveva dovuto affrontare situazioni dolorose e complesse e che necessitava di ritrovare un equilibrio. Spesso infatti ci si dimentica di quante dinamiche si nascondano dietro un’esperienza di violenza e come la donna debba riiniziare a prendersi cura di sé ma anche del suo bambino, mediando anche con quello stesso uomo da cui è scappata, che rimane il padre di suo figlio. Questo si è sentito molto dall’ arrivo di C. nella nostra casa e continua a sentirsi molto ancora oggi. Ho passato diverso tempo con E., con i suoi sorrisi, il suo enorme entusiasmo verso la vita che ogni bambino ha ma anche le sue tante domande rispetto alla situazione dei suoi genitori, che non gli è chiara e che vorrebbe rivedere insieme.
E come ripartire quindi? Le difficoltà incontrate e che si continuano ad incontrare sono molte. La mancanza di un aggancio territoriale con i servizi è un enorme ostacolo che spesso non ha permesso di percorrere alcune strade possibili. Un lavoro che continua a non esserci e che a questo punto diventa una necessità per questa storia che non riesce a trovare uno slancio e voltare pagina. Alcuni problemi di salute di C e alcune paure che hanno un po’ rallentato il percorso.
Ma nulla di tutto ciò ha fermato C. e sta fermando gli operatori che la accompagnano, seppur con le preoccupazioni che ci sono ma che ci aiutano a lavorare per cercare opportunità per C e per il suo bambino.