La storia di F., ospite della Bussola

Partire per ricominciare….questo potrebbe essere il “motto” per coloro che sono parte dei nostri servizi. Partenze più o meno consapevoli e volontarie, difficili e obbligatorie, partenze avvolte da sofferenza, rabbia e fatica, partenze spinte dalla rassegnazione o dalla speranza che qualcosa possa cambiare.

Partenze che sono parte di storie diverse e ricche di sfaccettature, strade in salita che è importante conoscere e comprendere per prendere consapevolezza dell’importanza di servizi presenti e accessibili e per rendere i nostri servizi sempre più funzionali e preziosi.

È l’esempio di F., ospite del nostro Centro diurno “La Bussola” e da poco accolto presso i nostri gruppi appartamento. La sua “partenza” avviene nella scorsa primavera, dopo uno sfratto e la fine di tutti i propri risparmi.

“Inizia così la mia odissea, come la definisce F., un momento difficile che mi ha messo e mi mette tutt’oggi a dura prova: devi trovare un posto in cui stare durante l’inverno e molti gli ostacoli che incontri. La burocrazia mi ha fatto arrabbiare più volte e ho capito di dovermi arrangiare e non mollare. Ho cominciato così a “bussare” la porta di diversi servizi del territorio e grazie all’incontro di alcune persone che lavorano per persone in difficoltà sono arrivato alla Bussola. Il mio passato lavorativo mi ha messo a disagio essendo stato dall’altra parte: avevo lavorato proprio in alcuni dei servizi che mi sono stati proposti e per questo motivo non mi sono sentito di frequentare i luoghi che spesso vengono offerti alle persone che si trovano nella mia stessa situazione. Anche il mio arrivo alla Bussola non è stato facile. Alcune facce già le conoscevo e per questo è stato difficile accettare il momento che stavo attraversando. Il primo giorno quando sono entrato ero in imbarazzo e sono andato a sedermi nel tavolo più piccolo in fondo alla sala, dove ancora non cera nessuno, per stare da solo. Ero imbarazzato, stanco ed molto preoccupato quando arrivai alla Bussola: il progetto di emergenza freddo stava per concludersi e non sapevo quale opportunità mi venisse data e dove avessi potuto andare dopo la chiusura del dormitorio che mi aveva ospitato fino a quel momento. Volevo trovare solo un po di pace e un modo per trovare nuove strade, questo ciò che mi aspettavo e quello che in parte sento di aver trovato nella struttura. Mi è stato proposto infatti l’inserimento negli appartamenti di II accoglienza della cooperativa Gruppo R e fin da subito ho sentito il bisogno di rendermi utile e attivo in entrambe le realtà. È molto importante infatti svolgere alcune attività e “lavoretti” all’interno della struttura e partecipare al laboratorio presente nel centro. Ho bisogno di essere impegnato per portare avanti il mio percorso ma, a volte, anche per non pensare e non sentire la pesantezza di questo momento. Il laboratorio è un ottimo strumento: svolgere attività, essere attivo e partecipe è indispensabile per poter affrontare la propria situazione e non farsi prendere dallo sconforto e la rassegnazione. Il mio arrivo alla Bussola rappresenta uno dei momenti significativi di questo mio percorso, un punto di riferimento nella mia quotidianità attraverso cui riesco a risentirmi utile e valorizzato. Qualsiasi cosa mi impegni mi valorizza, oltre al fatto che la lavatrice, la doccia e un pasto sicuro sono cose fondamentali per chi non ce le ha. Molti i momenti in cui mi sono sentito solo e arrabbiato, in cui tutto sembrava nero, ma dove è fondamentale non buttarsi giù ma affrontare il momento. È fondamentale per me pensare all’oggi e viverlo senza pensare al domani e per questo mi è difficile parlare di “progetti” e “traguardi” perché c’è ancora molta strada da fare. Sicuramente questa mia esperienza sembra stia creando dei presupposti affinché le cose possano cambiare.